Sanita’, smart working a orario fisso. così cambia con il nuovo contratto

Nel prosieguo delle trattative per la stipula del CCNL Comparto Sanità per il triennio 2016-2018, l’ARAN ha indicato ai sindacati rappresentativi (FP CGIL, CISL FP, UIL FPL, FIALS, NURSIND e NURSING UP) una nuova proposta di articolato sul lavoro agile.

Il lavoro agile, nel comparto sanità non sarà organizzato solo per obiettivi e fasce orarie. Ci sarà anche una seconda modalità: a orario fisso

Ma cosa significa esattamente lavoro agile (smart working) a orario fisso? Per ora il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, non ha presentato un testo normativo che permetta di comprendere fino in fondo questo tipo di organizzazione. 

Da quanto illustrato nell’ultima trattativa, i lavoratori in lavoro agile avrebbero un orario prefissato e continuo di lavoro. Insomma, per chi opera a “orario fisso” non ci sarebbero le tre fasce indicate nelle precedenti bozze di contratto: operatività, contattabilità e disconnessione.

Il lavoro agile a orario fisso, insomma, assomiglierebbe al telelavoro. Anche se dovrebbe avere delle caratteristiche che lo distingueranno dal vecchio strumento. Un punto centrale dello smart working a “orario fisso”, è che i lavoratori che opereranno da remoto, avranno diritto a percepire tutte le voci legate al lavoro in presenza: dai buoni pasto agli straordinari.

Rimarrà comunque, anche la seconda modalità di lavoro agile, quella ad obiettivi. Ma anche in questo caso potrebbero esserci, nella proposta dell’Aran, alcune modifiche. A cominciare dalle tre fasce.

Nella bozza presentata a fine settembre, l’Agenzia governativa aveva infatti diviso la giornata in tre tronconi. 

La prima fascia oraria era stata definita di “operatività”. In questa fascia il lavoratore non solo avrebbe dovuto essere contattabile dai suoi responsabili, ma avrebbe dovuto garantire la sua immediata operatività. La si potrebbe quasi definire una “fascia scrivania”, un momento della giornata di alcune ore, in cui il dipendente dovrebbe essere costantemente collegato al computer.

La seconda fascia, invece, era stata definita di “contattabilità”. In queste ore il dipendente avrebbe dovuto essere sempre raggiungibile con telefonate o e-mail, ma senza la necessità di garantire una operatività immediata. 

Infine nella terza fascia definita di “disconnessione”, il lavoratore non sarebbe contattabile in nessun caso.

Questa divisione in fasce del lavoro agile “per obiettivi”, però, presenta dei possibili effetti distorti. Il più evidente è quello legato alla durata delle fasce di operatività e connessione. L’orario coperto da questi due tronconi, rischia di andare ben oltre il nomale orario di lavoro. L’effetto, per il lavoratore in lavoro agile, sarebbe quello del sempre connesso, a parte le sole ore di riposo notturno. Per questo nella prossima proposta dell’Aran le fasce potrebbero essere riviste e, probabilmente, ridotte.

La FIALS ha considerato molto significativa l’apertura del Presidente Naddeo circa la possibilità di non circoscrivere la disciplina del lavoro agile al solo modello previsto dalla legge numero 81 del 2017, ma prevedere nel CCNL anche un modello di prestazione oraria a cui collegare il riconoscimento degli istituti normo economici del contratto”, ha commentato Giuseppe Carbone, Segretario Generale della FIALS, esprimendo cauta soddisfazione per queste aperture. 

La FIALS ha chiesto anche un’accelerazione e calendario serrato delle trattative e la presentazione da parte dell’ARAN della proposta del nuovo Ordinamento Professionale per il personale che diviene la parte più sostanziale del rinnovo contrattuale non solo per gli effetti di aumenti economici ma anche per le progressioni di carriera.



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