Gli operatori della sanità sono, da tempo, particolarmente critici nei confronti delle rappresentanze sindacali siano esse confederali che autonome.
Un dato rilevante é che la soglia dei sindacalizzati supera, di poco, il 50% e appena il 5% partecipa attivamente alla vita associativa.
Le motivazioni sono diverse: le condizioni economiche troppo basse rispetto alla professionalità, all’impegno ed attività richieste; la mancanza di certezza della tempistica dei rinnovi dei contratti nazionali ed integrativi aziendali; risorse umane numericamente inadeguate rispetto ai carichi di lavoro, specie quelle infermieristiche e di riabilitazione; le indennità accessorie di rischio, di turno, di pronta disponibilità, ecc. bloccate da oltre dieci anni; la impossibilità a fruire dei regolari riposi e congedi; pochissima formazione professionale e scarse risorse economiche per gli incentivi la produttività aziendale; conflitti professionali con la classe medica per le figure professionali del comparto, scarsa considerazione rivolta allo sviluppo professionale del personale amministrativo e tecnico.
Noi come FIALS, certamente, non siamo mai stati a commiserarci o a recitare i mea culpa.
Al contrario, la nostra azione, il nostro impegno è stato sempre teso a ricercare sistemi e metodi per dare risposte concrete alle numerose istanze provenienti dalla diverse professionalità.
Una scelta, a tutto campo, per un sindacato “diverso” che trae la propria azione e forza dalle sfide poste sui luoghi di lavoro e dai singoli operatori della sanità.
La nostra forza è la capacità di mediazione e di dialogo nelle diverse trattative al fine di conseguire successi professionali ed economici per tutti gli operatori.
Siamo, da tempo, e ne siamo ogni giorno più convinti: un sindacato per e con i dipendenti.
Un sindacato di concertazione e non di compromessi con il Governo e le Amministrazioni.
Ma siamo, anche, il sindacato che considera la contrattazione nazionale ed aziendale come lo strumento cardine per pervenire a raggiungere obiettivi di efficienza e di efficacia dei servizi della sanità, ma che devono presupporre sistemi e metodi di motivazione del personale che vanno dalle forme di carriera professionale a quelle economiche, dalla tutela delle condizioni ottimali nei luoghi di lavoro, agli aspetti anche organizzativi e di organizzazione del lavoro.
Con orgoglio e vanto continuiamo ad essere “in prima linea” nel denunciare il vasto fenomeno degli “sprechi” nella sanità: dagli accreditamenti vertiginosi al privato senza regole e controlli ma dettati da una logica squisitamente “politico-partitica”; dal fenomeno degli appalti ed acquisti al limite della legalità; dalla continua esternalizzazione dei servizi con costi esorbitanti rispetto alla stessa internalizzazione che vedrebbe meglio tutelati professionalmente ed economicamente i lavoratori delle diverse cooperative appaltanti; dalle consulenze e collaborazioni esterne a vario titolo, ecc.
Crediamo e continueremo a sostenere, fino in fondo, nelle trattative nazionali la fondatezza dell’importanza del ruolo delle singole Regioni per definire e concertare insieme strumenti e metodi per pervenire a risparmi sui costi di finanziamento del Servizio Sanitario Nazionale complessivo e “dirottare” la gran percentuale di tali risorse al fondo degli incentivi la produttività del personale.
Risorse contrattuali che determinerebbero, di fatto, aumenti economici almeno il doppio di quelli previsti a regime in ogni tornata contrattuale.
Per questo, da tempo rifiutiamo il sottile compromesso di essere il sindacato “amico” dei diversi governi e di qualsiasi colore politico.
Il nostro unico “Amico” è il lavoratore della sanità, di qualsiasi colore politico o razza.
La “persona umana” il suo sviluppo professionale, l’inserirlo nelle ottimali condizioni di lavoro, la sua tutela nella più ampia definizione, è il motivo del nostro essere ed agire, del nostro impegno quotidiano come forza “alternativa” sindacale nel nostro Paese.
Questa forte ideologia, che è, anche, l’etica del sindacato, ci dà la forza di dire “no” ai compromessi politico - sindacali e di rifiutare e contrastare i costanti contratti nazionali rinnovati con aumenti contrattuali in rapporto alla sola inflazione programmata.
Un sistema contrattuale, da tempo, obsoleto che sta mettendo in ginocchio la reale possibilità, per ogni dipendente pubblico, di vivere una “vita dignitosa” dal punto di vista economico.
Per questo nella contrattazione nazione sosteniamo la detassazione degli aumenti contrattuali e delle indennità accessorie (turnistica, indennità di rischio, produttività collettiva, ecc.).
Dare forza alla FIALS vuol significare investire sulla propria vita professionale, sul proprio presente e futuro.
La nostra risposta è il nostro impegno, il nostro patto a dare valorizzazione, motivazione per porre ogni operatore nelle migliori condizioni di vita di lavoro, di famiglia e di sociale.