Pensioni, per il dopo quota 100 due canali d’uscita anticipata a 63 anni dal 2022. FIALS riconoscimento lavori gravosi personale sanita’.

Un doppio canale d’uscita a 63 anni per il dopo Quota 100. E’ questa una delle ipotesi sul tavolo dei tecnici del governo per il dopo Quota 100. 

Il pensionamento anticipato sarebbe anzitutto possibile con l’Ape sociale per un elenco di categoria impegnate in lavori gravosi più numeroso dell’attuale, oltre che per i disoccupati, i soggetti con un’invalidità superiore al 74% e i caregiver. 

Una seconda via sarebbe quella dell'anticipo della sola fetta contributiva dell’assegno per i lavoratori con almeno 63 anni (o 64) anni d’età e almeno 20 anni di contribuzione.

La decisione sarà presa dal governo nei prossimi giorni in vista della legge di bilancio che dovrebbe mettere a disposizione circa 5 miliardi per la rivalutazione dei trattamenti dal 2022 e per il post-Quota 100.

La FIALS e CONFSAL hanno inviato alla Commissione tecnica, istituita dal ministero del Lavoro, un documento contenente la richiesta dell’inclusione nei lavori gravosi, relativamente al personale sanitario, degli Infermieri ed Ostetriche, di tutte le professioni sanitarie della riabilitazione, dei tecnici sanitari e le professioni sanitarie della prevenzione, gli Assistenti Sociali, gli operatori socio-sanitari ed autisti di autoambulanza ed autisti soccorritori. 

Nello stesso documento, il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone, nello stigmatizzare che attualmente l’agevolazione sulle pensioni è prevista esclusivamente per il personale infermieristico e le ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato su turni, ha ribadito come nella sanità non sono certamente i turni di lavoro a determinare il lavoro gravoso, ma dai dati INAIL viene evidenziato come le maggiori cause che determinano infortuni sul lavoro e richiesta del riconoscimento di malattia professionale di questo personale sono diverse. 

Innanzitutto, va considerato il rischio organizzazione del lavoro. In esso sono compresi fattori condizionati dai processi di lavoro quali lavoro in turni, lavoro in continuo, lavoro notturno, sistemi efficaci di gestione e accordi per la pianificazione, il monitoraggio e il controllo degli aspetti attinenti alla salute e alla sicurezza, la manutenzione degli impianti, comprese le attrezzature di sicurezza, gli accordi adeguati per fare fronte agli incidenti e alle situazioni di emergenza. 

Ancora, l’utilizzo di particolari materie prime e nocive che potrebbero diffondersi nell’ambiente specie nel settore diagnostico laboratoristico e radiologico. Ma ancora di più, gli infortuni e malattie professionali sono dovute specie a: movimentazione dei carichi viventi, causa di patologie muscolo-scheletriche; stress e burnout; punture accidentali da taglienti e contaminazioni muco-cutanee, trasmissioni di malattie infettive; esposizione a gas anestetici e altre sostanze chimiche, radiazioni ionizzanti per l’utilizzo di apparecchiature radiologiche; manipolazione, utilizzo e somministrazione di farmaci che causano fenomeni di sensibilizzazione e allergie, fenomeni respiratori oltre che tumori; discopatie degenerative discali; protusioni discali; ernie discali; artrosi. 

Per tali motivazioni, la FIALS ha chiesto alla Commissione l’eliminazione dell’attuale requisito di turni notturni annui per gli infermieri ed ostetriche ospedaliere, che di fatto escluderebbe dal beneficio questi professionisti, perché nel rispetto delle regole contrattuali, ad oggi in vigore, un infermiere ed un’ostetrica turnista, può raggiungere un totale massimo di 60-62 notti annue, mentre per essere considerati lavoratori gravosi è necessario lavorare per almeno 64 notti all’anno.

Gli effetti della pandemia ancora in atto, ha scritto Carbone, hanno creato disastrose conseguenze specie per gli operatori sanitari. Ecco perché diventa doveroso, per andare incontro alle loro attività gravose, modificare sia il periodo dei 36 anni del requisito contributivo necessario per l’APE Sociale portandolo a 35 anni, che modificare il periodo di ricerca del requisito temporale che li identifica come tali, ampliandone la forbice temporale in sei anni nei dieci anni antecedenti il pagamento della prestazione o sette anni nei quindici anni antecedenti il pagamento della prestazione, ed ancora, rendere permanente Opzione donna, ed il ricorso a una “delega” per introdurre la pensione di garanzia per i giovani e alla riduzione della “soglia” di vecchiaia per le lavoratrici madri.



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