Fnopi, valorizzazione della Professione Infermieristica e confronto con i Sindacati

Nell’ambito del Forum Risk Management Sanità ad Arezzo, si è tenuto il confronto tra FNOPI e i sindacati del comparto sanità sul tema “Valorizzazione della professione infermieristica e confronto con i sindacati”

Per la FIALS era presente il Segretario Nazionale Gianni Recchia.

Una tavola rotonda proficua che ha visto la FNOPI, con la Presidente Barbara Mangiacavalli, e i diversi Segretari Nazionali dei sindacati del comparto sanità, confrontarsi sulla valorizzazione della professione infermieristica nel quadro dell’azione svolta dai sindacati nelle trattative con l’ARAN per la definizione del nuovo contratto nazionale di lavoro 2019-2021 per il personale del comparto sanità

Una tavola rotonda condotta magistralmente da Maurizio Zega, Consigliere Nazionale della FNOPI e da Franco Vallicella, Presidente Commissione Albo Infermieri FNOPI con la presenza, anche, di Stefano Simonetti, esperto in contrattualistica e già componete ARAN.

La Presidente Mangiacavalli, nell’aprire i lavori della tavola rotonda, ha subito affermato che questa tavola rotonda rappresenta la continuità d’azione della FNOPI, iniziata in questa estate, con il confronto con i sindacati, e che tutti devono tenere presente che le aspettative degli infermieri sono notevoli con questo rinnovo contrattuale che deve, necessariamente, dare risposte concrete alla loro valorizzazione sia professionale in termini di progressione di carriera che economica. 

L’ampia relazione di Stefano Simonetti, ha evidenziato le criticità di questo rinnovo contrattuale, soffermandosi, anche, sulla modifica all’art. 52 del d.lgs 165 del 2001 intervenuta con la legge 113 del 2021, ed in particolare con la creazione di almeno 3 aree di classificazione del personale per ogni comparto e la previsione della quarta area per le elevate professionalità, stimolando i sindacati presenti a definire chiaramente le loro proposte sulla valorizzazione delle professioni infermieristiche.

I moderatori della tavola rotonda, Zega e Vallicella, hanno posto come riflessioni ai sindacati presenti, questioni importanti per la categoria degli infermieri, dalla valorizzazione professionale, alle nuove competenze, alla retribuzione stipendiale, al nuovo sistema delle specifiche indennità di disagio, all’area separata di contrattazione, alla stessa definizione e creazione della quarta area riferita alle professioni ad “elevata professionalità”, come all’istituto delle “prestazioni aggiuntive”, al PNRR ed infine alla posizione dell’Operatore Socio Sanitario – area socio sanitaria – nel nuovo contratto nazionale di lavoro.

Tanti i temi a cui la FIALS non si è certamente sottratta ad evidenziare le criticità attuali e definire delle proposizioni.  

Recchia per la FIALS, nei diversi interventi alla tavola rotonda, in risposta alle questioni poste dai moderatori, ha subito specificato che il rinnovo contrattuale deve saper leggere e concretizzare, in termini d valorizzazione professionale, sviluppo di carriera e retribuzione, quanto le singole professionalità esprimono nel sistema sanitario.

VALORIZZAZIONE DELLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA.

Valorizzare la professione” significa riconoscere la “differenza” delle competenze nel panorama delle figure professionali in sanità, ovvero le persone che con il loro sapere e le loro competenze intervengono direttamente nei processi di cura e assistenza e ne condizionano gli esiti.

In particolare, l’esercizio della professione infermieristica non si basa solo sull’erogazione di “prestazioni” bensì sull’autonomia gestionale del paziente, dalla presa in carico a tutto il percorso diagnostico terapeutico.

Questo significa porre le basi di una diversa cultura nel sistema sanità, perché necessita prioritariamente “valorizzare la piena ed esclusiva componente assistenziale e di cura” degli infermieri e non di supplenza ai medici.

Secondo la FIALS, specifica Recchia, questo implica definire modelli organizzativi assistenziali innovativi, superando la criticità che diviene “dall’organizzazione del lavoro” collegata al “medico centrico”.

Non sono più accettabili gerarchie acquisite che prediligono, sulla base di retaggi culturali obsoleti e classisti, determinate professionalità – i medici – rispetto ad altre, specie infermieri, o posizioni di privilegio a prescindere.

Occorre quindi rimuovere alcuni vincoli giuridici che non tutelano la qualità dei servizi offerti e rischiano di rappresentare solo delle rendite di posizione per le professioni dominanti. 

La crescita delle competenze e qualificazioni delle professioni sanitarie esige un riaggiustamento anche normativo che riconosca il mutamento nei ruoli e nelle responsabilità in atto nella concreta erogazione dei servizi. 

Tale rivisitazione dovrà consentire il pieno dispiegamento di tutte le potenzialità già oggi presenti nelle professioni sanitarie e aiutare la professione medica a concentrarsi nelle aree nelle quali è in grado di “produrre una percepibile differenza”. 

Un problema strutturale che, secondo la FIALS, può essere risolto solo ritornando al “Contratto Unico” tra dirigenza medica e sanitaria, dirigenza PTA e personale del comparto per costruire per tutti i profili le condizioni per riconoscimenti e carriere professionali. 

EVOLUZIONE DELLE COMPETENZE INFERMIERISTICHE:

Necessita, di conseguenza, ha specificato Recchia, riconoscere l’evoluzione delle competenze infermieristiche, come delle altre professioni sanitarie e sociali, tramite gli aspetti contrattuali.

Oggi vi sono cambiamenti, in atto, sul personale infermieristico e sulle altre professioni, che necessitano risposte: innovazione tecnologica, conoscenze più tecnologiche e quindi nuove competenze in rapporti ai diversi modelli organizzativi assistenziali, nuovi ruoli per stare a passo alla nuova innovazione specie con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Una sanità moderna e all’avanguardia, ribadisce Recchia, deve tendere ancor di più alla digitalizzazione e per dare senso e specificità alle competenze infermieristiche è necessario inserire nelle prestazioni a carico del SSN quelle svolte a distanza e a domicilio del paziente dagli infermieri con l’estensione della teleassistenza.

Vi è l’esigenza, quindi, di definire innovativi modelli organizzativi assistenziali della rete ospedaliera e territoriale, valutandone un’adeguata programmazione dei bisogni, valorizzando il contributo del sapere infermieristico, come delle altre professioni sanitarie, stabilendo tra tutti i professionisti, medici compresi, un livello di interazione multidisciplinare (team) e un livello di differenziazione dei rispetti ruoli e competenze. Il criterio guida deve essere esclusivamente la “competenza” del professionista o di quella professione.

ADEGUAMENTO DEGLI ORGANICI ED ATTRATTIVITA’ ALLA PROFESSIONE INFERMIERISTICA

Fondamentale diviene, anche, l’adeguamento degli organici infermieristici per garantire livelli qualitativi di cura nelle degenze e nel territorio. Abbiamo bisogno di infermieri a tempo indeterminato, basta con il precariato e all’uso e getta del rapporto di lavoro dei professionisti da parte delle Aziende sanitarie e degli altri organismi istituzionali.

Siamo già in un percorso, cita Recchia, per attuare il PNRR ed in base alla proposta Agenas e Ministero della Salute sugli standard, necessitano per l’assistenza territoriale un minimo di 30 mila infermieri, ricordando che attualmente si stima la carenza di altri 60mila professionisti.

Direttrice fondamentale per la valorizzazione è rendere la professione infermieristica più “attrattiva”, non solo per risolvere le criticità del rapporto di lavoro tra turnistica, reperibilità, cambi turni, salti riposi, ecc., ma soprattutto perché con la retribuzione attuale non lo è affatto. Gli infermieri sono in meno pagati tra quelli dei Paesi con i quali ci confrontiamo. 

REVISIONE ORDINAMENTO PROFESSIONALE E RETRIBUZIONE

La risposta alla valorizzazione infermieristica, come a tutti gli altri dipendenti e professionisti, la deve dare questo “rinnovo contrattuale” con la revisione del sistema di “classificazione ed ordinamento professionale” anche con i dovuti distingui in rapporto alle specifiche competenze.  

La proposta avanzata e sostenuta dalla FIALS in queste trattative contrattuali con l’ARAN, per valorizzare le professioni infermieristiche, come le altre professioni sanitarie e sociali, e quindi rendere “attrattive” queste professioni, è modificare il quadro normativo per rendere lo stato giuridico e normativo delle professioni infermieristiche e sanitarie alla pari della dirigenza medica con le dovute specificità e graduazione del nuovo sistema retributivo in rapporto alle competenze e alla continuità assistenziale.

Necessita, quindi, modificare il “sistema retributivo stipendiale fondamentale” – a cui vanno aggiunte le eventuali indennità variabili e mensili come lavoro straordinario, reperibilità, turnistica ed altro.

L’attuale “sistema retributivo stipendiale fondamentale” dei laureati medici  comprende, oltre allo stipendio, l’indennità di esclusività che parte da 140 euro mensili appena assunto ed arriva, superiore ai 15 anni di anzianità ad oltre 1.000 euro, ed ancora, l’indennità specifica professionale con un valore mensile di 650 euro,  e dopo il periodo di prova anche “l’incarico professionale” che aumenta anche economicamente dopo i primi 5 anni, con un valore iniziale – appena assunto - di 115 euro mensili a terminare con l’incarico di altissima professionalità nel percorso di carriera con incarichi intermedi e valori economici dopo i primi 5 anni di 423 euro mensili, 500 euro per l’incarico di altissima specializzazione, sino ad un valore di circa altri 1.000 euro mensili per l’incarico di altissima professionalità, oltre ai diversi introiti economici derivanti dall’attività libero professionale intra-moenia.

Di converso, “il sistema retributivo stipendiale fondamentale, dei dipendenti del comparto, vede in busta paga solo ed unicamente con la retribuzione dello stipendio mensile - dall’inizio del rapporto di lavoro fino alla pensione -.

Ai laureati infermieri, come le altre professioni sanitarie, che non hanno il requisito specialistico all’interno dell’attuale sistema di formazione di base, non viene riconosciuta l’indennità di esclusività, quella specifica, come anche l’incarico professionale 

Necessita, con questo nuovo contratto nazionale di lavoro, valutare l’esperienza, le competenze, l’autonomia professionale degli infermieri, come delle altre professioni sanitarie, con una modifica strutturale della base stipendiale fondamentale che deve avere aumentare in percentuale per tutte le voci componenti la retribuzione, ogni qualvolta vi sia il rinnovo contrattuale come avviene per la dirigenza medica e sanitaria.

La proposta della FIALS, ha specificato Recchia, per la retribuzione stipendiale fondamentale mensile, di tutti gli infermieri e delle altre professioni sanitarie e sociali, con i dovuti distingui e specificità che determinano valori economici differenti rispetto alle competenze è quella di aggiungere alla retribuzione stipendiale mensile:

  1. indennità di esclusività” e di conseguenza, attività libero professionale intramoenia;

  2. indennità professionale specifica – rendendo quella definita dalla legge di bilancio – strutturale e non un’indennità accessoria;

  3. indennità professionale” così formulata:

  • incarico professionale di base – appena assunto e dopo il periodo di prova -;

  • dopo 5 anni di anzianità e nel percorso di carriera:

  1. incarico professionale di esperto;

  2. incarico professionale di altissima specializzazione;

  3. incarico professionale di altissima professionalità.

Questo nuovo sistema degli incarichi professionali, risponde, per la FIALS, al dovuto “percorso di carriera in ambito clinico ed assistenziale, per le specifiche competenze ed autonomia professionale, che deve tenere conto delle variabili quale la presa in carico del paziente, la continuità assistenziale in tutto il percorso diagnostico terapeutico.

PROGRESSIONE DI CARRIERA

Inoltre, ha proseguito Recchia, necessita con questo contratto, che determinerà la revisione dell’Ordinamento Professionale, modificare l’attuale sistema di progressione di carriera – ex passaggio di fascia - nelle Aree e non più categorie attuali – eliminando, in primis, la barriera del 50% del personale che può fruire del passaggio di fascia, anche in presenza di fondi contrattuali maggiori. Il nuovo sistema da definire deve prefigurare la crescita professionale e la valorizzazione del lavoro.

Una revisione del sistema che può avvenire anche e soprattutto con l’eliminazione dei vincoli legislativi – art. 23, c. 2 del dls 75/217 – che bloccano la crescita dei fondi contrattuali negli anni vincolandoli esclusivamente a quanto definito nell’anno 2016. Una stortura che deve essere totalmente eliminata.

Innovativa, secondo la FIALS, è la norma legislativa che prevede il passaggio da un’area ad altra area superiore, riservando il 50% dei posti vacanti nei piani triennali del fabbisogno del personale, al personale in servizio, con una graduatoria definita solo ed esclusivamente con il “sistema comparativo” – non più selezioni con prove pratiche, scritte e colloquio - delle diverse domande di partecipazione dei dipendenti interessati al processo di progressione di carriera verticale. 

RINNOVO CONTRATTUALE, PROPOSTE ARAN E RICHIESTE FIALS

Proprio per rispondere alle sollecitazioni di Simonetti, ed ancor di più dei moderatori Zega e Vallicella, sul rinnovo contrattuale in atto, Recchia ha fatto presente che l’Aran, ha presentato una bozza di proposta di Classificazione ed Ordinamento Professionale, prevedendo, come da art. 3 della recente legge di agosto del 2021, la costituzione di 3 Aree, invece delle 6 categorie del contratto attuale, considerando per le professioni sanitarie l’accorpamento della categoria D e Ds nell’unica terza Area definita “Area delle Professioni Sanitarie e funzionari”, oltre ad una quarta Area delle “Professioni ad elevata qualificazione”.

Proprio per la specificità che è anche la base per la creazione di “un’area distinta per le professioni infermieristiche” come richiesto dalla FNOPI, in cui le nuove peculiarità possano essere concentrate e declinate secondo i bisogni del sistema e dei cittadini, la FIALS ha chiesto che questa terza Area venga separata considerando l’ambito di autonomia:

  • dei professionisti della salute – da una parte -

  • dei funzionari – dall’altra -

senza, quindi, alcuna integrazione funzionale per le distinte competenze professionali e responsabilità.

QUARTA AREA DELLE “PROFESSIONI AD ELEVATA QUALIFICAZIONE”

La creazione della quarta Area riferita alle “Professioni ad elevata qualificazione” secondo la proposta ARAN, deve prefigurare profili professionali strutturati e non personale con incarico di funzioni, in possesso di laurea magistrale e specialistica con 5 anni di anzianità di servizio ed esperienza di responsabilità nel settore pubblico e privato.  

La FIALS, proprio su questa proposizione dell’ARAN, riferisce Recchia, ha richiesto specie per le professioni sanitarie e sociali, di evitare confusioni o doppioni con le competenze specifiche degli incarichi gestionali o professionali o meglio con gli stessi Dirigenti delle diverse figure delle professioni sanitarie ed assistenti sociali, proponendo che questi nuovi profili professionali svolgano funzioni con carattere continuativo, con compiti di direzione sul governo di processi clinico-assistenziali complessi ed in posizione di elevata responsabilità ed autonomia, ai fini dello sviluppo e dell’attuazione degli obiettivi aziendali.

La FIALS ritiene che sia possibile considerare quale titolo professionale per accedere a questa quarta Area, la Laurea Magistrale o specialistica con un’anzianità di servizio – che potrebbe essere anche inferiore a 5 anni - e tutto il resto può fare parte dei titoli curriculare, tanto più che il 50% di tali profili professionali, nelle diverse aziende sanitarie, sarà definito con selezioni riservate al personale interno con un sistema comparativo e non certo con prove specifiche. 

Certo permane ancora un dibattito aperto sulla collocazione di chi attualmente ha l’incarico gestionale di organizzazione o di coordinamento. Personale che giustamente aspira ad essere inquadrato nell’Area delle “Professioni ad elevata qualificazione”.   

Importante sarà la definizione corretta in questo nuovo contratto dei nuovi profili professionali della quarta area che secondo la proposta dell’ARAN nasce vuota.

Una situazione che pone problemi secondo la FIALS, in considerazione che il riempimento di tale Area con le nuove assunzioni nei profili professionali definiti, viene demandato solo se previsto nei piani triennali di fabbisogno di personale di ciascuna Azienda Sanitaria.

Una situazione che creerà infiniti problemi con notevoli differenze nell’ambito delle diverse aziende sanitarie e nelle stesse regioni. Il contratto nazionale deve sciogliere queste riserve e delineare gli aspetti attuativi di questa nuova Area professionale ed il perimetro delle assunzioni. 

INCARICHI GESTIONALI DI ORGANIZZAZIONE E COORDINAMENTO

Proprio sugli aspetti del conferimento degli incarichi di organizzazione e coordinamento e gli stessi incarichi professionali, la FIALS ha posto in trattativa un nodo contrattuale, ribadendo che devono essere rinnovati, allo stesso modo della dirigenza medica e sanitaria, senza espletare una nuova selezione in assenza di valutazioni negative.

Tra l’altro, proprie per le elevate responsabilità professionali e l’autonomia delle competenze nell’ambito dell’organizzazione del lavoro e della misurazione della performance ed il conseguimento degli obiettivi aziendali, deve necessariamente, richiesta della FIALS, essere rivalutata ed aumentato il valore economico di questa indennità gestionale.  

MODIFICA AL SISTEMA DELLE INDENNITA’ ACCESSORIE

Nel merito della revisione del “sistema delle indennità di disagio”, la FIALS, nella propria proposta contrattuale, ha evidenziato come il riconoscimento delle specifiche indennità di disagio, collegate all’organizzazione di lavoro, devono tenere conto della variabilità in rapporto alla presa in carico del paziente, alla continuità assistenziale di tutto il percorso terapeutico.

Come diviene fondamentale, continua Recchia, che il sistema delle “Risorse Aggiuntive Regionali” – RAR – debba essere considerato in tutte le regioni e non certamente demandato al confronto regionale in base alle disponibilità economiche di ogni singola regione. 

L’attuale sistema ha prodotto negli anni delle forti criticità laddove solo alcune regioni hanno stanziato le RAR diversamente dalle altre creando “discriminazione” nei confronti dei dipendenti del comparto sanità a parità di profilo e competenze professionali.

DEFISCALIZZAZIONE DEL TRATTAMENTO ACCESSORIO

Importante, specifica Recchia, che il Ministro della Funzione Pubblica, Renato Brunetta, mantenga fede a quanto definito nel Patto per l’Innovazione firmato il 7 marzo 2021 con i sindacati, ed in specie alla “defiscalizzazione del trattamento accessorio e premi di produttività collettiva”, come avviene nel settore privato. 

PRESTAZIONI AGGIUNTIVE

In base alla questione posta sulle “prestazioni aggiuntive”, Recchia ricorda che non esiste più il vecchio sistema riferito alla ex legge Sirchia del 2001, perché non più definito nei contratti precedenti e che la materia viene rimandata a questo rinnovo contrattuale.

Necessita modificare il sistema attuale: non è possibile che le Aziende Sanitarie o le Regioni ricorrano alle prestazioni aggiuntive agli infermieri, come alle altre professioni sanitarie, solo quando vi è un’emergenza e poi mettere il tutto nel dimenticatoio o nei cassetti. 

Necessita, invece, affrontare e disciplinare la materia dell’estensione dell’attività libero professionale intramoenia anche a tutti questi professionisti sanitari.

Tra l’altro, dichiara Recchia, l’orientamento espresso dal Governo, con questa legge di bilancio 2022 in discussione al Parlamento, è privatizzare parte del sistema sanitario pubblico sempre di più verso la sanità privata, come l’abbattimento delle liste di attesa di ricoveri e prestazioni specialistiche, assorbendo o meglio togliendo le risorse delle prestazioni aggiuntive, prima declinata dalla legge, a favore dei medici e delle professioni sanitarie del SSN.

PIANO NAZIONALE DI RIPRESA E RESILIENZA

Nel merito del PNRR – Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza – rispondendo alle sollecitazioni dei moderatori della tavola rotonda, Recchia ha asserito che per la FIALS la bozza del documento Agenas e Ministero della Salute sugli standard assistenziali territoriali, pur prevedendo che la gestione degli Ospedali di comunità e case di comunità é a “gestione infermieristica”, non appare esplicitata la componente realmente autonoma dell’esercizio professionale dell’”infermiere di famiglia” nei confronti dei medici.

Necessita affrontare la questione professionale: é opportuno rendere possibile l’utilizzazione delle potenzialità delle professioni sanitarie, stimolando il loro riconoscimento e apprezzamento, sostenendone capacità e qualificazione. 

L’OPERATORE SOCIO SANITARIO

La FIALS non si sottrae alla sollecitazione sulla figura “dell’Operatore Socio Sanitario” e al suo inquadramento. Certo è, che la modifica legislativa dell’istituzione del ruolo socio sanitario non è stata fatta certa per il Sociologo, l’Assistente Sociale o l’Educatore professionale, ma bensì per l’Operatore Socio Sanitario, per sottrarre dal ruolo tecnico, questa figura indispensabile nell’attuale sistema socio sanitario e di collaborazione con i professionisti sanitari e sociali.

Necessita, quindi, una collocazione nella seconda Area quella definita dall’ARAN degli “Assistenti” e non certamente nella prima Area, degli “Operatori” come proposto dall’ARAN. 

RINNOVO CONTRATTUALE E MANCANZA DI RISORSE ECONOMICHE

Il vero problema che pone questo contratto, ha affermato Recchia, è la “assoluta mancanza di risorse economiche” per una vera e seria “Revisione strutturale dell’Ordinamento Professionale”, per permettere di definire retribuzioni stipendiali dignitose in media con quelle europee e percorsi di carriera professionale.

Le attuali risorse economiche definite dalle diverse leggi di bilancio per gli aumenti retributivi stipendiali per il contratto 2019-2021, determinano appena un aumento di 70 euro lordi mensili per l’attuale categoria D iniziale fino a 114 euro lordi mensili lordi per la categoria Ds6 comprensivo dell’indennità di vacanza contrattuale che già si percepisce.

Per la FIALS, non è possibile chiudere un contratto in questi termini di valorizzazione professionale ed economica.

Certo non aiutano le risorse economiche di 76 milioni previsti dalla legge di bilancio 2022 in discussione al Parlamento, per la nuova Classificazione ed Ordinamento Professionale, per riconoscere maggiori retribuzioni stipendiali, progressioni di carriera. Sono solo una vergogna, appena 35 centesimi lordi giornalieri da rispedire al mittente.

Come sono fortemente limitati i 76 milioni di euro per il finanziamento degli emolumenti accessori per aumentare le indennità di disagio e per fare fronte alla corresponsione delle indennità e produttività collettiva e passaggio di fascia ai nuovi assunti dal 2020 oltre a i dipendenti che saranno stabilizzati con la legge di bilancio 2022. Servono ulteriori risorse per l’indennità di esclusività e gli incarichi professionali per le professioni sanitarie e sociali come per i funzionari del ruolo amministrativo, tecnico e professionale, come anche per definire per il personale del ruolo amministrativo, tecnico e professionale,l’indennità di specifica responsabilità” a carattere fondamentale e non accessorio variabile, tenendo presente l’innovazione tecnologica in questi settori e le richieste di ulteriori competenze specifiche.

In questo senso è urgente e non più rinviabile un forte investimento sui fondi contrattuali, che finanzino le parti variabili degli stipendi, (i premi di risultato, la produttività ed il sistema degli incarichi (storicamente immotivatamente difformi tra loro a livello regionale e aziendale). 

EMENDAMENTI FIALS ALLA LEGGE DI BILANCIO 2022

La FIALS, ha commentato Recchia, in conclusione dei suoi diversi interventi, ha provveduto ad inoltrare alle Commissioni parlamentari del Senato – dove attualmente è in discussione la legge di bilancio – diversi emendamenti sulle risorse per la sanità, per aumentare considerevolmente: la retribuzione stipendiale di base mensile, per dare respiro ampio alla definizione del nuovo Ordinamento professionale del personale e determinare percorsi di carriera professionale, oltre all’allineamento normativo e giuridico delle professioni sanitarie ed assistenti sociali a quello dei medici.

Inoltre un emendamento affinché vengano corrisposte, da subito, le indennità di specificità infermieristica della legge di bilancio 2021 che non devono necessariamente essere collegate alla firma di questo nuovo contratto ma seguire quanto è avvenuto per i medici – corresponsione subito -.

Un ulteriore ed ultimo emendamento riguarda il presunto “riconoscimento economico del disagio” nella “Legge di Bilancio 2022 - indennità di pronto soccorso dirigenza medica e personale del comparto sanità”, che certamente non basta e non può escludere il personale del 118.

CONCLUSIONI

La FIALS, nel ringraziare nuovamente la FNOPI dell’opportunità alla partecipazione ai lavori odierni, è convinta che necessiti un’azione unitaria, nella continuità, tra Ordini Professionali e Sindacati tutti nei confronti del Governo, Regioni, Comitato di Settore ed ARAN, per ottenere ulteriori risorse finanziare e chiudere velocemente questo contratto nazionale che alla fine di questo mese cessa di produrre i suoi effetti.

La nostra disponibilità, conclude Recchia, è massima.




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