La Fials, Federazione Italiana Autonomie Locali e Sanità, ha scritto al Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ed al Ministro della Salute Orazio Schillaci, per porre alla loro attenzione la questione relativa alla stabilizzazione del personale storico della ricerca sanitaria. Si tratta di poche unità, ma strategiche per il sistema Paese, per l’innovazione del Sistema Sanitario Nazionale, per salvaguardare il diritto alla cura. E’ paradossale, infatti, che biologi, infermieri, statistici, amministrativi – e tutti quei lavoratori che operano nei settori strategici della sanità pubblica, quali gli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) e gli Istituti Zooprofilattici Sperimentali (IZS) - siano rimasti esclusi dalla implementazione delle modalità di stabilizzazione del personale sanitario avvenuta negli ultimi anni. Pensiamo, ad esempio, alla Legge Madia ed alle stabilizzazioni Covid.
Parliamo di figure che lavorano nell’ambito dell’innovazione sanitaria, di ricercatori che partecipano agli studi scientifici sul Covid-19, di biotecnologi che studiano la malattia di Alzheimer, di biologi che studiano la peste suina, etc…
La ricerca sanitaria italiana svolta dagli “istituti” IRCCS e IZS rappresenta un importante strumento operativo di cui dispone il Servizio Sanitario Nazionale, costituendo una struttura sanitaria integrata, unica in Europa e nel mondo. Eppure, questi lavoratori da anni sono costretti a contratti Co.Co.Co, a borse di studio e partita iva (media nazionale di 12 anni fino a superare i 30 anni di precariato) e non hanno avuto altra scelta, se non quella di dover accettare un ulteriore contratto a tempo determinato di 10 anni.
Il 100% delle unità del personale della ricerca sanitaria pubblica è precario. Situazione, questa, incompatibile con la Direttiva Europea 70/99 che vieta l’abuso dei contratti a termine ed esplicita che la forma comune di contratto debba essere il tempo indeterminato. In soli due anni, questa condizione, unita a una forma contrattuale “povera”, ha generato una perdita del 25% di tale personale, senza ovviamente riuscire ad attirare alcun ricercatore dall’estero.
La ricerca sanitaria è cosa seria, non si può ragionare a breve termine rischiando di sminuire e di depauperare tutto il know how accumulato in questi anni: i ricercatori ed i collaboratori hanno il diritto di lavorare nel miglior modo possibile, pianificando attività, ricerca, cure e assistenza.
Per la Fials, la Piramide della Ricerca deve rimanere un percorso per i nuovi ricercatori, non una reiterazione di contratti a termini per il personale storicamente impegnato in questa attività. La valorizzazione dei curricula del personale già esperto non può prescindere dalla valorizzazione del titolo di dottorato di ricerca, al pari dei titoli di specializzazione necessari per l’attività assistenziale. D’altra parte, è evidente che l’attuale inquadramento nel livello D/Ds del contratto del Comparto sanitario, invece che in quello della Dirigenza, non sia attrattivo.
Per questo, Fials ha chiesto al Presidente Meloni ed al Ministro Schillaci che - al pari di altre figure professionali - vengano implementate urgenti strategie di stabilizzazione del personale storico della ricerca sanitaria. E’ importante che questa possibilità venga già inserita nella Legge di Bilancio. E per questo Fials sostiene gli emendamenti proposti da gruppi parlamentari della maggioranza (n. 97.03; 97.011; 97.055).
Auspichiamo con questo Governo poter mettere fine alla parola precariato.