Rinnovo Contratto Nazionale Comparto Sanità, il punto sulla trattativa odierna

Ulteriore trattativa odierna ma che ancora non avvicina le Parti negoziali – ARAN, Comitato di Settore e Sindacati -, alla firma della pre - intesa del rinnovo contrattuale a circa tre mesi dalla scadenza naturale

Permangono ancora resistenze dell’ARAN su alcuni istituti contrattuali di carattere economico e normativo, rimandando il prosieguo della trattativa subito dopo le elezioni RSU.

Io credo, ha dichiarato subito il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone,  che in questo negoziato, da ambo le parti, sindacati, ARAN e Comitato di Settore, necessita porre al centro il rispetto verso i lavoratori e professionisti della sanità pubblica che hanno sempre dato tanto in termini di attività, di competenze ed assunzioni di responsabilità, in un sistema sanitario pubblico ormai non più attrattivo economicamente per loro, privo di progressioni di carriera, obbligandoli però a sopperire alla carenza di organico di personale, agli aumenti dei carichi di lavoro, con il differimento anche di ferie e riposi. 

Al centro il rispetto verso quei lavoratori e professionisti, che in questi ultimi due anni di pandemia da Covid, hanno perso la vita, di coloro che hanno sacrificato la loro vita, il loro tempo libero e quello in famiglia, per restare in servizio, accanto a coloro che soffrivano e che soffrono, per salvare la loro vita umana.

Rispetto, ha proseguito Carbone, verso chi non si è mai tirato indietro al proprio dovere di operatore della salute e che oggi chiede a gran voce i propri diritti, il riconoscimento professionale, quella gratitudine che in tanti hanno promesso chiamandoli anche “EROI”

Oggi stiamo definendo un importante rinnovo contrattuale, il nuovo rapporto di lavoro e retribuzione stipendiale, , la responsabilità di noi tutti al rispetto verso questi operatori, verso i loro diritti, e non possiamo certo lasciare indefiniti importanti aspetti normativi ed economici, nella logica di lasciare porte socchiuse ad interpretazioni locali nelle diverse Aziende Sanitarie, poiché questo non giova al sistema sanitario e inasprisce i rapporti sindacali e le motivazioni professionali.

Ad iniziare dal lavoro straordinario che se pur definito “situazioni di lavoro eccezionali….. e non essere utilizzato come fattore ordinario di programmazione del tempo lavoro e di copertura dell’orario di lavoro”, sappiamo bene come avviene l’utilizzo da parte delle Aziende per la forte carenza di personale. Se poi con questo contratto si va verso l’aliquota unica abbassando notevolmente il sistema retributivo attuale, io credo che non sia rispettoso nei confronti degli operatori.

Stessa cosa per la pronta disponibilità, di cui non si prevede il superamento come richiesto dalla FIALS con l’attivazione della turnistica h. 24, ma che si intende obbligare diurna e notturna, con 10 turni mensili rispetto ai sei attuali, senza alcun rispetto delle 11 ore di riposo giornaliere con un recupero psico fisico dopo tre giorni come se l’organismo umano fosse un orologio da spostare a piacimento. Tra l’altro, una pronta disponibilità, come proposto dall’ARAN di € 1,80 l’ora – 1 euro netti all’ora – non comprensibile e non certo accettabile da parte nostra e degli operatori della sanità.

Io credo, afferma il leader della FIALS, che questo contratto debba determinare contenuti e soluzioni innovative con norme che conciliano il tempo di vita e di lavoro, la flessibilità dei congedi parentali, un nuovo welfare integrativo aziendale, al di fuori dei fondi contrattuali, che preveda in primo luogo l’attivazione degli asili nido aziendali e convenzioni a favore del personale per prestazioni specialistiche presso il servizio sanitario pubblico con l’abbattimento percentuale del costo attuale. 

Ma anche, solleva Carbone, necessita definire innovativi istituti economici che permettano agli operatori di non vedere diminuita la loro retribuzione mensile – quella variabile – nei contesti di allontanamento da lavoro per Covid contratto in servizio e nel luogo di lavoro. 

Situazioni queste che vedrebbero le retribuzioni mensili prive delle indennità turnistiche ed altre oltre alla performance. Necessita invece individuare soluzioni di indennità che vadano a ricompensare, in parte, il danno che hanno subito nel lavoro ed in servizio con conseguenze anche di long covid.

Non è pensabile che cambiare l’ordine delle indennità, aumentando quella notturna sia significativo per i dipendenti. La turnistica non è semplicistica e non avviene per formule in quinta o altre ma è dovuta anche e soprattutto a differenti modelli organizzativi assistenziali e alle situazioni contingentali soprattutto se si pensa a questo periodo pandemico che vede in continuazioni professionisti ed OSS assenti per covid.

Questo auspichiamo che sia il nuovo rapporto di lavoro in questo rinnovo contrattuale che avverrà contestualmente alla grande riforma del SSN indotta dal PNRR.

Certo, stiamo definendo la parte economica della retribuzione stipendiale secondo i canoni tradizionali delle leggi di bilancio che non tengono certo conto delle situazioni reali del Paese, specie quelle attuali contingenti che vedono un’inflazione elevata a causa dell’aumento dei costi del gas e benzina con ricadute anche su tutti i prodotti di prima necessità.

Ma questa è la legge, la stessa legge di bilancio che ha previsto da parte del Comitato di Settore Regioni-Sanità l’emanazione di un aggiuntivo Atto di Indirizzo all’ARAN su ulteriori incrementi economici riferiti al monte salari 2018, dello 0,55% per la nuova classificazione e 0,22% sui fondi contrattuali.

Questo è anche rispetto verso gli operatori e professionisti della sanità pubblica ma che ad oggi, a tre mesi dalla legge di bilancio 2022, non vede da parte del Comitato di Settore e delle stesse regioni quella sensibilità definita e dimostrata a momento solo a parole.

Non è possibile, non è rispettoso, ottenere tali incrementi costringendo alla mobilitazione o allo sciopero i dipendenti con aggravio economico sugli stipendi ormai irrisori.

Il Comitato di Settore deve emanare subito l’Atto di indirizzo con le percentuali di integrazione degli incrementi economici. 

I diritti agli operatori sono dovuti come si chiede l’incessante dovere da parte loro, quegli stessi diritti rimarcati anche, recentemente, dalla FEDERSANITA’ – che tutela i Direttori Generali delle varie Aziende Sanitarie – che con una lettera a noi sindacati e a voi ARAN e Comitato di Settore, chiede di esplicitare con somma chiarezza i diversi istituti contrattuali che creano diversi contenziosi locali, quali ad esempio: l’accesso alla mensa e il diritto al buono pasto; la mobilità volontaria, con la disciplina dell’assenso o del diniego che non può essere mai definitivo; le prestazioni aggiuntive; la monetizzazione delle ferie; il patrocinio legale.

Istituti contrattuali proposti più volte dalla FIALS e contenuti nella nostra proposta contrattuale, come la rivisitazione della normativa sulla malattia ed infortuni, oltre alla sicurezza nei luoghi di lavoro per contrastare la violenza sugli operatori con presidi di pubblica sicurezza. 

La FIALS, conclude Carbone, è disponibile a chiudere il nuovo contratto nei termini e proposizioni definite.



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