Green Pass, Obbligo Per Dipendenti E Lavoratori. Mancano Gli Infermieri Per I Tamponi.

Da oggi 15 ottobre, il Green Pass è divenuto obbligatorio per circa 23 milioni di lavoratori per ridurre i rischi legati alla pandemia ma soprattutto aumentare ulteriormente la percentuale di popolazione vaccinata. 

Si è arrivati al primo giorno di obbligo - afferma IL Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone - in un clima complicato circa l’opportunità di questo provvedimento, che secondo i sondaggi ben visto dalla maggior parte della popolazione, con duri confronti tra esponenti politici, differenziazioni tra sindacati, e manifestazioni nelle principali città italiane, con alcuni casi di violenza da parte di gruppi estremisti che hanno anche assalito sedi di pronto soccorso ospedaliero.

Da lunedì prossimo si faranno sicuramente le previsioni di quanto accaduto sui posti di lavoro specie nella pubblica amministrazione come nella sanità.

Nel frattempo – spiega Carbone - siamo convinti che nei prossimi giorni il sistema sanitario sarà maggiormente posto sotto pressione perché chi lavora e non possiede l’obbligo del Green Pass, dovrà sottoporsi a un test antigenico rapido ogni 48 ore, o a un tampone molecolare ogni 72 ore e già si stima che in questa prima settimana di obbligo del green pass per accedere al posto di lavoro bisognerebbe fare una media di oltre 10 milioni di tamponi a settimana e questo non è proprio fattibile perché il sistema sanitario pubblico non ha questa capacità produttiva. 

Oltre ai tamponi per i lavoratori sprovvisti di Green Pass, continueranno ad esserci sempre i tamponi per i sintomatici Covid, tamponi per gli studenti delle scuole di ogni ordine e grado al primo caso positivo in classe per andare in quarantena o per evitare la dad. Ed ancora, tamponi urgenti per chi deve accedere in ospedale per un ricovero o un intervento chirurgico, anche fuori regione, ed ancora tamponi per chi va a trovare un caro in RSA. 

Per accogliere tutta questa richiesta di tamponi, denuncia il leader della FIALS, mancano soprattutto le risorse umane più importanti in specie infermieri ed assistenti sanitari.

Come al solito si ricorrerà a porre sotto stress, con mancati riposi e ferie il personale infermieristico della sanità pubblica, con aumento di lavoro straordinario o prestazioni aggiuntive che spesse volte non vengono corrisposte. 

Non è più sopportabile l’improvvisazione e la mancata organizzazione funzionale in sanità -  sbotta Carbone - tanto più che permane una minima percentuale di infermieri non ancora vaccinati e allontanati provvisoriamente dal servizio o esonerati per patologie che non permettono le vaccinazioni ed tantissimi infermieri che si avviano in pensione alla fine di quest’anno, ma anche tantissimi malati di long covid.

Necessitano assunzioni urgenti di infermieri - dichiara Carbone, non bastano più quelli assunti straordinariamente per la pandemia e che devono necessariamente permanere in servizio con norme che il governo è tenuto a definire e finanziare con la prossima legge di bilancio 2022. 

Ma ancor di più, con provvedimenti urgenti regionali perché già da lunedì inizierà maggiormente il caos, denuncia Carbone, perché in tantissimi lavoratori e dipendenti aderiranno, anche se controvoglia, alla vaccinazione nell'impossibilità di continuare a sostenere la spesa del tampone per troppo tempo. 

C'è da temere - conclude Carbone - ricadute anche nelle strutture sanitarie specie nei pronto soccorso, come avvenuto l’altra settimana all’Umberto 1° di Roma, perché la rabbia dalle piazze si potrebbe maggiormente spostare nei luoghi dove si effettuano i tamponi e dove le lunghissime file di attesa potranno provocare ulteriore rabbia e rivolta dei lavoratori e cittadini non vaccinati che necessitano del tampone per entrare nei luoghi di lavoro. 

La FIALS, intanto, ha chiesto un incontro urgente con la Conferenza delle Regioni e con il Presidente della Commissione Sanità della stessa Conferenza per fare il punto della situazione e ricercare insieme soluzioni immediate.



Tags


Social