Green Pass e linee guida Del Governo

Le linee guida definite dal governo sul Green Pass, come al solito, sono poco chiare e con un linguaggio piuttosto tecnico e non bene definibile. 

E’ nostro compito, come sindacato, dare ai nostri iscritti e a tutti i lavoratori e dipendenti interessati sul tema del “Green Pass” delle specificazioni, con la massima chiarezza di interpretazione per come, da oggi, dovrebbero funzionare le problematiche connesse.

I lavoratori e dipendenti interessati e gli esclusi:

Tutti quelli della pubblica amministrazione e del settore privato sono tenuti a presentare il Green Pass e sono esclusi gli individui che per motivi medici non si possono vaccinare.

Sono compresi nell’obbligo i lavoratori delle imprese che hanno in appalto i servizi di pulizia, di ristorazione, di manutenzione, di rifornimento dei distributori automatici, i consulenti e collaboratori, chi organizza o frequenta corsi di formazione, e anche i corrieri che consegnano lettere o pacchi negli uffici.

Utenti e clienti:

L’obbligo non vale per gli utenti dei servizi della pubblica amministrazione e per i clienti delle aziende. Per intenderci: se andate in un ufficio pubblico per ricevere un servizio, se salite su un taxi o se andate a fare compere in un negozio il Green Pass non serve.

Controlli:
Le verifiche tramite l’app “VerificaC19” spettano al datore di lavoro, che può delegare la funzione a un altro lavoratore. I controlli possono essere effettuati a tappeto oppure a campione.

Il Green Pass dovrà essere controllato al momento dell’accesso al luogo di lavoro, ma è previsto che ci possano essere controlli anche in un secondo momento.

Pubblico/privato:

Per il settore pubblico sono state previste alcune differenze nelle modalità di controllo, per ridurre il rischio di code e ritardi all’ingresso. Le verifiche dovranno riguardare non meno di un quinto del personale presente in servizio. Sono state previste inoltre alcune integrazioni con le piattaforme digitali della pubblica amministrazione per semplificare i controlli.

Attesa:

Chi ha diritto al Green Pass, ma è ancora in attesa di riceverlo, può accedere al posto di lavoro utilizzando i documenti rilasciati dalle strutture dove ha effettuato un test per verificare di essere negativo al coronavirus.

Sanzioni:

Chi non ha un Green Pass, o un certificato di esenzione o qualcosa che dimostra di essere in attesa della certificazione, non può accedere “in alcun modo e per alcun motivo” al posto di lavoro. È prevista una sanzione amministrativa dai 600 ai 1.500 euro per chi non rispetta la regola, mentre per i datori di lavoro che non effettuano i controlli sono previste multe da 400 a 1.000 euro.

I lavoratori sprovvisti di Green Pass e di conseguenza allontanati dal posto di lavoro sono da considerarsi assenti ingiustificati e non hanno diritto a retribuzione né a nessun altro compenso previsto per la giornata di lavoro non prestata. 

Inoltre i giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione di ferie e comportano la corrispondente perdita di anzianità di servizio.

Lavoro Agile:

I lavoratori senza il Green Pass al momento del controllo sul posto di lavoro, o che non sono in grado di esibirlo anche se lo posseggono, devono essere considerati assenti ingiustificati e non possono lavorare in smart working in un altro luogo.

Tamponi

Per chi lavora e non possiede l’obbligo del Green Pass, dovrà sottoporsi a un test antigenico rapido ogni 48 ore, o a un tampone molecolare ogni 72 ore.

 



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