Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera all’assegno unico, che debutterà nel 2022. Lo Stato sosterrà tutte le famiglie con figli - 7 MLN - dagli incapienti ai benestanti.
Lo schema del decreto impegna risorse economiche pari a circa 15 miliardi nel 2022 che saliranno progressivamente fino a 19 miliardi e mezzo a decorrere dal 2029.
Dopo il via libera del Consiglio dei ministri lo schema di decreto legislativo dovrà ancora passare al vaglio delle commissioni parlamentari e poi sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale prima della fine dell’anno per essere operativo dal 2022.
L’assegno dello Stato accompagnerà i figli dal settimo mese di gravidanza e oltre la maggiore età, fino a 21 anni, a patto che i ragazzi studino, facciano tirocini con redditi minimi o siano impegnati nel servizio civile universale. Il Consiglio dei ministri ha varato lo schema di decreto legislativo.
L’assegno unico universale per i figli sarà erogato dall’INPS su istanza dei nuclei familiari interessati sia lavoratori dipendenti che autonomi.
L’importo, si legge, terrà conto delle famiglie numerose che arriveranno a ricevere, combinando più requisiti, oltre mille euro al mese.
Le domande si potranno presentare dal primo gennaio 2022, per un periodo che andrà da marzo a febbraio dell’anno successivo, mentre ora gli assegni familiari vanno da luglio a giugno dell’anno dopo. Proroga fino a fine febbraio per allineare l’assegno temporaneo per gli autonomi a queste nuove scadenze.
Insieme alla domanda, andrà presentata anche la dichiarazione Isee, ma chi non la presenta riceverà comunque l’assegno al minimo. Potranno richiederlo tutti i residenti da almeno due anni, compresi i cittadini extracomunitari.
Gli importi saranno parametrati all’Isee: due in linea generale i limiti individuati, sotto i 15mila euro di Isee per avere il massimo dei benefici, oltre i 40mila per avere comunque almeno il minimo. Nessuna famiglia, se vorrà, resterà quindi fuori dal contributo che andrà dai 50 ai 175 euro al mese, che scendono da 25 a 85 euro per i figli tra i 18 e i 21 anni.
Vengono previste una serie di maggiorazioni in base al numero di figli e alla presenza di disabili, ma si terrà conto anche del fatto che entrambi i genitori lavorano.
Una maggiorazione di 20 euro al mese indipendentemente dall’Isee - andrà alle giovanissime mamme under 21.
A partire dal terzo figlio è prevista una maggiorazione tra i 15 e gli 85 euro a figlio in base all’Isee, mentre i nuclei con quattro figli o più è prevista un’ulteriore maggiorazione forfettaria da 100 euro al mese. Se entrambi i genitori lavorano e l’Isee è basso, si avranno altri 30 euro in più, che si azzerano oltre i 40mila euro.
Si allega in pdf tabella degli importi.
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