ARAN, prosieguo trattativa rinnovo contrattuale personale Comparto Sanità

Proseguono i lavori per il rinnovo contrattuale del comparto sanità triennio 2019-2021. Ieri il terzo incontro con l’ARAN in modalità telematica. 

Su richiesta della delegazione FIALS, il Presidente ARAN, Antonio Naddeo, ha formalmente comunicato che nella prossima riunione, prevista per giovedì 7 ottobre, verrà presentato il nuovo testo di bozza che racchiuderà le varie integrazioni dell’ARAN alle osservazioni presentate dalle OO.SS. sulle modifiche di alcuni articoli contrattuali del CCNL 21.05.2018 inviateci in bozza nei giorni scorsi. Auspichiamo di poter entrare nel vivo della discussione tra le Parti. 

Sulla prima bozza di articolato dell’ARAN pervenuto il 6 settembre, FIALS ha già inviato un primo documento con le proprie osservazioni ad iniziare dal sistema delle relazioni sindacali, agli istituti del rapporto di lavoro come il contratto individuale, il periodo di prova, l’orario di lavoro e riposo settimanale, pronta disponibilità, ferie e festività, permessi retribuiti e assenze e congedi ed infine. Nei prossimi giorni integrerà il documento con gli articolati presentati dalla stessa ARAN nella trattativa di ieri, in particolare sui criteri di mobilità volontaria del personale, sulla formazione continua ed ECM, lavoro a tempo determinato e part-time ed infine la regolamentazione del lavoro agile.

Sul documento in bozza presentato ieri, riteniamo doverosa la rivisitazione dell’istituto della mobilità del personale, soprattutto in considerazione del fatto che la legge di conversione del decreto legge n. 81/2021 sulla pubblica amministrazione ha ribadito (ma solo per il personale del Servizio Sanitario Nazionale e con un discriminante a dir poco vergognoso rispetto al restante personale del pubblico impiego) il previo assenso alla mobilità del personale dalla propria amministrazione.

Ribadiamo la necessità con questo contratto di dare soluzione alle criticità presenti da Nord a Sud che vede quasi tutte le Aziende ed Enti negare l’assenso alla mobilità. Abbiamo visto il caso eclatante della mobilità di Napoli. 

I dipendenti della sanità, attendono risposte certe per poter ottenere il nulla osta alla mobilità per avvicinarsi al proprio nucleo familiare ed in particolare anche, per il raggiungimento al minore a seguito di separazioni e/o divorzio, per congiunto disabile, per il ricongiungimento al coniuge legalmente riconosciuto. Non è possibile che le Aziende neghino il nulla osta alla mobilità con un generico “motivi di servizio”. 

Necessita, per i principi di correttezza e buona fede, che l’eventuale diniego all’assenso abbia sempre natura provvisoria e che al mutamento delle condizioni oggettive che hanno impedito il rilascio, la situazione verrà rivista con il rilascio del nulla osta.

La formazione del personale ed ECM, deve assumere centralità in questo contratto quale diritto soggettivo di tutti i dipendenti al fine di migliorare le competenze anche informatiche e digitali oltreché competenze professionali nell’ambito di quanto previsto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Importante riveste anche la formazione continua per il personale del nuovo ruolo socio sanitario

Per l’acquisizione dei crediti formativi ECM, come anche per i relativi corsi FAD, il personale deve essere considerato in servizio a tutti gli effetti. Esigiamo un allineamento con il contratto della Dirigenza: nell’orario di lavoro devono essere previste almeno due ore settimanali dedicate all’ attività di formazione e ricerca per le professioni sanitarie e socio sanitarie. La formazione come quella continua ed ECM deve essere un diritto soggettivo anche per il personale a rapporto di lavoro a tempo determinato.

Rispetto alla regolamentazione del lavoro agile – smart working – la FIALS ha ribadito che la proposta dell’ARAN necessita di maggiore articolazione per pervenire ai due obiettivi da raggiungere: livelli più elevati di competitività e produttività aziendale ed il migliore bilanciamento per il dipendente del rapporto di vita lavorativa e vita privata.

Il testo della proposta ARAN sulla regolamentazione del lavoro agile, presenta troppi paletti e certamente va meglio dettagliato il tempo di disconnessione (a maggior tutela per il lavoratore)

Il lavoro agile dovrebbe essere scevro di orari rigidi e solo, in caso di mancato raggiungimento degli obiettivi, il dipendente dovrebbe essere richiamato in ufficio. Riteniamo che la proposta così presentata possa trasformarsi in una sorta di “gabbia” per i dipendenti della sanità che opereranno da remoto. 

Il diritto alla disconnessione è uno dei principali nodi della trattativa in corso e al momento l’idea è di fissare tre fasce orarie: quella cosiddetta dell’operatività, seguita dalla fascia della contattabilità e infine da quella dell’inoperabilità. Ogni fascia oraria prevede obblighi diversi: nella prima il dipendente è considerato operativo al 100 per cento, nella seconda deve essere costantemente raggiungibile (deve rispondere a mail e telefonate) mentre nella fascia dell’inoperabilità ha il diritto alla totale disconnessione. Fari puntati sulla seconda fascia oraria, quella della contattabilità, perché rischia di dilatare l’orario di impegno oltre i limiti previsti per il lavoro in presenza, escludendo solo le 11 ore di riposo giornaliero obbligatorio.

Tra l’altro riteniamo inaccettabile che il testo della proposta ARAN sia privo di contenuti per il lavoro agile per le professioni sanitarie. Gli scenari di impiego del lavoro agile in sanità sono molteplici e possono riguardare anche le professioni sanitarie, dalla telemedicina, ad un sistema informatico di comunicazione tra famiglia e infermieri e medici ed altre professioni sanitarie, tele visita, tele-assistenza, video consulti, video chiamata o contatto telefonico per il monitoraggio dei pazienti più anziani e cronici dopo le dimissioni ospedaliere o le prestazioni di cura territoriali. A maggior ragione se pensiamo alla figura dell’infermiere di famiglia, ma anche per l’ostetrica che potrebbe seguire a distanza le proprie pazienti o il tecnico di radiologia etc. 

Auspichiamo che la trattativa del 7 ottobre, possa fissare le basi per quello che è uno dei contratti più importanti, tanto atteso dai lavoratori della sanità che ancora oggi vivono tutti i disagi provocati da questa Pandemia. 


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