Roma, 3 dic. – “Siamo ancora nel pieno della seconda ondata con 780mila positivi al Covid-19, ospedali e terapie intensive allo stremo e 28mila operatori sanitari contagiati negli ultimi 30 giorni, secondo i dati Gimbe. Ma i dati sono poco chiari o addirittura discordanti in quanto non vengono resi pubblici. Sarebbe di fondamentale importanza capire come mai non si parla di questo. Chiediamo ai decisori politici di andare a fondo e dare immediate risposte a infermieri, medici, oss e professioni sanitarie impegnate nella lotta alla pandemia”. Questa la denuncia di Giuseppe Carbone, segretario generale della Fials.

“La soglia di saturazione di ospedali e terapie intensive - prosegue - è stata superata in 16 regioni e contiamo 5.055 decessi per Covid in una settimana. Questa situazione la vivono sulla loro pelle le donne e gli uomini del Servizio Sanitario Nazionale. I professionisti che sono stati definiti eroi a marzo e aprile, onde poi essere dimenticati”. “Gli stessi che ora si ritrovano a combattere nella stessa trincea, con la differenza che hanno messo a capitale il tempo trascorso per attrezzarsi con i giusti dispositivi di protezione e meglio conoscere il decorso della malattia. Tempo prezioso dunque che hanno sfruttato appieno per implementare la risposta al virus sul piano assistenziale. Tempo prezioso - attacca Carbone - che i decisori politici avrebbero dovuto utilizzare per aumentare gli organici ridotti all'osso da 20 anni di tagli alla sanità, in un'ottica di salvaguardia del diritto alla salute e tenendo a mente i fabbisogni di professionisti e delle nuove tecnologie di cui sono portatori. Per un sistema efficiente ed efficace tale da non dover lasciare indietro nessuno: né pazienti Covid, né tantomeno pazienti non Covid”.

“Invece i calcoli sulle assunzioni - spiega Fials - sono stati fallaci e imprudenti. I reparti ordinari sono stati nuovamente convertiti e il personale dirottato precipitosamente sui posti letto destinati alla pandemia. Esigua la previsione assunzionale di infermieri, oss e professioni sanitarie, vieppiù reclutati a tempo determinato. Erronea la definizione degli standard dei fabbisogni assistenziali e la pezza rischia di essere peggiore del buco, visto che il personale è decimato o in isolamento domiciliare. Ogni mattina i nostri sanitari si trovano a fare la triste conta di chi resta e di chi si ferma, con ripercussioni gravissime sull'operatività del sistema”.

“Sono decine e decine le vittime dei colleghi - accusa Carbone - e di giorno in giorno il dramma si approfondisce sempre di più, nell'indifferenza generale. Sì, perché ci si abitua anche a questo. Non lo si vuole vedere. Allora chiediamo almeno a chi di dovere, che sia il Comitato tecnico scientifico, il Ministero della Salute, le Regioni, di pubblicare i dati degli operatori sanitari contagiati e deceduti, e di mettere mano ad un serio programma di riorganizzazione del SSN che preveda un piano straordinario di assunzioni per dare respiro al personale sfibrato e decimato sul campo”.

Fials chiede strumenti tecnologici adeguati a fronteggiare l'emergenza e aumenti in busta paga che diano motivazione e serenità a tutti i professionisti sanitari senza discriminazioni di casta. “Non siamo eroi, come qualcuno comodamente ci definisce, onde poi voltare la faccia dall'altra parte quando tendiamo la mano per cercare un aiuto concreto e fattivo. Pretendiamo organizzazione, aumenti, riconoscimento del nostro valore sul piano giuridico. Lo chiedono a gran voce i professionisti sanitari uniti sotto la bandiera della Fials. É l'ora di un cambiamento di rotta che significa dignità e rispetto del nostro operato, a esclusivo vantaggio della collettività.”


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