Condizioni di lavoro ai limiti della decenza per Infermieri, OSS e Professioni Sanitarie. La FIALS convoca i NAS.

Il segretario regionale dell’Emilia Romagna Alfredo Sepe, invoca l’intervento dei Carabinieri del Nas, le aziende sanitarie bolognesi sono fuori controllo, si rischia il collasso dell’intero sistema a causa delle condizioni di lavoro estreme in cui opera il personale, aumentano malattie ed infortuni .

Intere unità operative trasformate senza preavviso in reparti COVID, pazienti infetti che stazionano al pronto soccorso prima di essere ricoverati e contagi tra gli operatori che aumentano in maniera incontrollata, soprattutto a causa dell’idea di inserire le cosiddette bolle Covid in reparti dove stazionano anche pazienti non infetti.

Criticità enormi si registrano – secondo la FIALS – soprattutto nell’area pediatrica del Sant’ Orsola , in cardiochirurgia pediatrica ed in oncoematologia pediatrica, dove il personale effettua fino a 13 ore di lavoro consecutive ed è obbligato al rientro sul giorno di riposo, anche in TIN ( Terapia intensiva neonatale) la situazione non migliora, ci sono alcuni operatori in BURN – OUT e la situazione non è diversa in Ostetricia e Ginecologia.

Alla USL di Bologna scarseggiano i posti letto, soprattutto nelle aree mediche , dove vengono appoggiati letti ‘”bis” (superiori alla capienza massima dei posti letto) non di meno nell’area chirurgica e nell’area Emergenza Urgenza, dove ci sono turni di lavoro che supero i dieci giorni consecutivi , un rischio enorme per operatori e pazienti, visto che il personale lavora senza riposare.

Non manca all’appello il Rizzoli, tra bolle Covid ed il personale del pronto soccorso letteralmente dimezzato, causa contagi, a questo si aggiunge la criticità delle sale operatorie, dove per cercare di smaltire le liste di attesa i lavoratori effettuano turni eccessivi di pronta disponibilità , in contrasto con il contratto e con le leggi che regolamentano la durata massima dell’orario di lavoro.

Non considerando che il personale viene trasferito da una Unità Operativa all’altra senza la giusta formazione, vista la carenza cronica di operatori sanitari, soprattutto Medici, che lavorano anche 70 ore settimanali.

“Per le motivazioni succitate, se non ci saranno risposte certe da parte delle Direzioni Generali, volte a garantire la sicurezza di operatori e pazienti, saremo costretti a presentare un ESPOSTO AI CARABINIERI DEL NAS” – conclude Alfredo Sepe, segretario generale della FIALS Emilia Romagna.


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