Richiesta incontro urgente sulle disposizioni di accesso ai locali mensa dei P.O. Bassini e Sesto San Giovanni

Spettabile Azienda, La Scrivente O.S. FIALS intende evidenziare forte disappunto rispetto alle “ulteriori disposizioni sull’accesso ai locali mensa dei P.O. Bassini e Sesto San Giovanni” trasmesse alle parti sindacali il 16 agosto 2021 che hanno rettificato, in modo peggiorativo e costrittivo, le prime disposizioni sull’accesso ai medesimi locali notificate in data 13 agosto 2021.

In particolare, nelle ultime disposizioni si informa che, a decorrere dal giorno 17 agosto 2021, per l’accesso alla mensa dei P.O., Bassini e Sesto San Giovanni, sarà necessario esibire la certificazione verde (il cosiddetto “green pass”), in osservanza di una FAQ del Governo, pubblicata sul proprio sito il 16 agosto 2021, che preme evidenziare, secondo la vigente e consolidata giurisprudenza, non detiene alcun valore legale e dunque è da ritenersi nulla. Da tutto ciò, ne deriva che l’ultimo provvedimento intrapreso da codesta Amministrazione è illegittimo ed infondato, in quanto difforme rispetto alle previsioni della corrente normativa in materia da ritrovarsi nel DPCM del 02 marzo 2021 che fa esplicita esclusione delle “mense aziendali e servizi catering su base contrattuale” dalle chiusure e dal contingentamento di orario nelle zone gialle, arancioni o rosse, seguendo la stessa ratio dei ristoranti interni agli alberghi. Al riguardo, si sottolinea come i conseguenti atti normativi, sia il D.L. n. 52/2021 convertito nella Legge n. 87/2021 avente ad oggetto “Misure urgenti per la graduale ripresa delle attività economiche e sociali nel rispetto delle esigenze di contenimento della diffusione dell’epidemia da COVID-19” che in particolare l’art. 3 del D.L. n. 105 del 23 luglio 2021 avente ad oggetto “Misure Urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” non esplicitano da nessuna parte l’obbligatorietà della certificazione verde (il cosiddetto “green pass”) per accedere ai locali delle mense aziendali ma soprattutto né abrogano né derogano quando definito con l’antecedente DPCM del 02 marzo 2021 (infatti la stessa ASST Nord Milano con le prime disposizioni, emanate il 13 agosto ed antecedenti alla FAQ del Governo, si era mossa nella giusta direzione per poi deragliare clamorosamente).

Inoltre, nel richiamare sempre le ultime disposizioni trasmesse il 16 agosto 2021 si legge ad un certo punto “che è comunque possibile richiedere il cestino sostitutivo del pasto con le modalità già in uso”, locuzione meritevole delle osservazioni di seguito enunciate:

  • Si evidenzia che vi sono categorie di lavoratori (profilo sanitario/tecnico-sanitario che presta attività in contesti d’ufficio e profili amministrativi, tecnici e professionali operanti in altri e differenti servizi) che, a differenza di altri operanti presso i reparti di degenza dotati di propria cucina/tisaneria, hanno un duplice problema: il primo consistente nel fatto che non sono abilitati ad accedere al programma informatico per richiedere il pasto e laddove anche gli venisse fornita una modalità di richiesta cartacea otterrebbero un alternativo sacchetto d’asporto di fortuna (i panini) ma non la possibilità di optare per il vassoio secondo il menu consultabile solo con il programma; il secondo inerente l’assenza di un apposito luogo in cui poter consumare il pasto (li mettiamo sulle panchine in giardino oppure sulle scale esterne all’ospedale oppure ancora sul marciapiede delle strade come sta accadendo con gli organi di polizia?).

  • Come mai si menziona il termine “cestino” dal momento che la modalità sostitutiva del pasto è “il vassoio” richiesto tramite l’utilizzo del programma aziendale in uso per i degenti?

  • Se effettivamente con il termine “cestino” viene fatto riferimento ai panini e dunque non al vassoio (primo e secondo) non si ritiene scorretto erogare il medesimo servizio a condizioni quali/quantitative differenti e chiaramente inique nei confronti di quei lavoratori, privi di abilitazione al programma e dunque impossibilitati sia a consultare il menu che a scegliere il pasto, ai quali viene negato l’accesso in mensa? Al proposito, se le problematiche sopra esposte non trovano la dovuta risoluzione, a fronte di un egual diritto che non deve per nessun motivo essere precluso o limitato, non sarebbe allora più congruo e dignitoso riconoscere l’ulteriore modalità sostitutiva del pasto erogando i ticket?

L’O.S FIALS, sulla base di quanto sopra argomentato, chiede a questa Amministrazione di revocare con effetto immediato le avventate ulteriori disposizioni formalizzate il 16 agosto 2021, in quanto gravemente discriminanti e non supportate giuridicamente anzi contrastanti con gli orientamenti impartiti dalle normative di riferimento, o in alternativa trovare una metodica organizzativa consona alla situazione (non sicuramente un “cestino” sostitutivo di fortuna) che garantisca stesso diritto e trattamento (certamente non esigendo un cosiddetto “green pass” visionato con approssimazione e non controllato tramite app governativa per la verifica dell’effettiva validità). La Direzione non deve dimenticarsi che i lavoratori adesso discriminati sono gli stessi che, al pari di tutti gli altri, in questo ultimo anno e mezzo hanno dato il proprio rilevante contributo nella lotta alla pandemia da COVID-19 ed è incontrovertibile oggi poter asserire che non meritano soprusi di tale portata. L'O.S. FIALS, nel chiedere di prefissare con urgenza un incontro volto ad affrontare questa tematica dalla gravità inaudita, ricorda all’Amministrazione che non sta trattando numeri, cose od animali bensì persone, prima ancora che lavoratori, motivo per cui deve impegnarsi a mostrare maggiore sensibilità, assumendo un approccio di natura assertiva e non di certo punitiva nei loro confronti.

Dott. Nobile Mauro Dirigente Territoriale FIALS Milano Area Metropolitana


Social