L'infungibilità dell'infermiere di Sala Operatoria: una sfida tra organizzazione, riconoscimento e dignita professionale

Nel corso della Tavola Rotonda "L’infungibilità dell’infermiere di Sala Operatoria", tenutasi in occasione del XXIII Congresso Nazionale AICO, Annalisa Silvestro, responsabile del Coordinamento delle Professioni Sanitarie FIALS, ha posto l’accento su alcune criticità fondamentali che riguardano la professione infermieristica, con particolare riferimento al ruolo degli infermieri in sala operatoria.

Un sistema frammentato: il nodo delle Regioni

Uno dei punti centrali dell’intervento ha riguardato il ruolo delle Regioni nella gestione del personale sanitario. Silvestro ha evidenziato come, sebbene il governo centrale abbia una responsabilità in materia, gran parte delle decisioni organizzative e delle scelte strategiche derivino dalle autonomie regionali. Questo ha portato a una frammentazione del Servizio Sanitario Nazionale, trasformandolo in una serie di Servizi Sanitari Regionali con differenze significative da territorio a territorio.

Il rischio dell’assistente infermiere e la svalutazione delle competenze

Un altro tema chiave affrontato è stato il pericolo rappresentato dalla figura dell’assistente infermiere, così come dalla possibilità che operatori sociosanitari (OSS) con poche centinaia di ore di formazione possano assumere ruoli altamente specializzati, come quello di strumentista di sala operatoria. Questo, secondo Silvestro, mina la sicurezza dei pazienti e svaluta il percorso di studio e le competenze maturate dagli infermieri nel corso della loro carriera. "Di cosa stiamo parlando? Da dove saltano fuori queste decisioni ?" ha chiesto provocatoriamente, mettendo in discussione scelte politiche ed economiche che sembrano rispondere più a necessità di risparmio che alla qualità dell’assistenza.

Carenza di infermieri: una crisi ignorata

Nonostante si parli spesso della carenza di medici, Silvestro ha denunciato l’assenza di un dibattito serio sulla grave emergenza della carenza infermieristica. La risposta a questa problematica, come l’assunzione di infermieri dall’estero senza un’adeguata verifica delle competenze, non risolve il problema strutturale della professione in Italia. "Si continua a parlare di tutta una serie di cose, ma non di questa grave criticità", ha sottolineato.

Dignità professionale e valorizzazione economica

Gli infermieri di sala operatoria, ha ribadito Silvestro, possiedono hard skill di altissimo livello che devono essere riconosciute e valorizzate. La professione infermieristica non chiede solo un giusto compenso economico, ma anche visibilità sociale e dignità professionale, elementi troppo spesso trascurati. "Eravamo “angeli”, adesso non lo siamo più", ha detto con amarezza, riferendosi al repentino cambiamento di percezione nei confronti della categoria dopo l’emergenza pandemica.

La necessità di un posizionamento chiaro e condiviso

Per affrontare queste sfide, Silvestro ha evidenziato l’importanza di un dialogo tra sindacati, rappresentanze professionali e istituzioni, per arrivare a un posizionamento chiaro e condiviso sul futuro della professione. Ha elogiato l’approccio adottato da AICO nel congresso, servendosi di uno dei termini utilizzati da Aico stessa ossia  "cristallino" e auspicando che lo stesso livello di trasparenza venga mantenuto nelle trattative sindacali.

Un cambio di paradigma necessario

L’intervento si è concluso con un appello alla necessità di cambiare i paradigmi organizzativi della sanità italiana. "Se non cambiamo rotta, ci ritroveremo sempre allo stesso punto", ha avvertito, sottolineando che le attuali scelte politiche rischiano di portare a una "involuzione prestazionistica gravissima".

Di fronte a questi scenari, la battaglia per la valorizzazione degli infermieri di sala operatoria e, più in generale, di tutta la professione infermieristica, non può essere rimandata


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