La Sanità Pubblica non è attrattiva

SERVE UNITÀ PER RECUPERARE I 3MILA EURO PERSI IN 10 ANNI

Prosegue la fuga del personale sanitario dalle Aziende Sanitarie pubbliche, oltre 20mila operatori tra medici e per lo più infermieri seguiti a ruota dagli altri operatori sanitari.

“Un sistema sanitario pubblico - denuncia il Segretario Generale della FIALS, Giuseppe Carbone - non più attrattivo, buste paga, specie per le professioni sanitarie di appena 1.500 euro netti mensili – 9,61 euro all’ora – una vergogna per questo paese che aspira ad essere uno dei primi sistemi sanitari più efficienti a livello europeo ma che si regge solo ed unicamente sullo “sfruttamento” dei professionisti sanitari i più preparati, formati e ricercati nei paesi europei, professionisti, specie infermieri, meno pagati rispetto ai colleghi europei e ai quali vengono  negate progressioni di carriera”.

Abbiamo assistito il 20 gennaio u.s., all’intervento in Parlamento dell’On. Elena Carnevali (PD), durante il quale, riferendosi ai professionisti sanitari ha dichiarato che “noi siamo tra i paesi che li paghiamo meno 1.400 euro 1.500 euro agli infermieri e al personale del comparto. Siamo il paese che meno paga quelli, che qui, abbiamo definito eroi e che io definisco la spina dorsale del servizio sanitario nazionale”.

“Alla denuncia dell’On Carnevali, è seguito – prosegue Carbone - un lungo applauso di tutti deputati, ma come al solito, dopo i battimani, gli stessi eroi scompaiono dalla testa e dal cuore dei parlamentari che hanno votato una legge di bilancio 2022 voltando le spalle al personale della sanità pubblica.

 

In 10 anni i sanitari hanno perso oltre 3mila euro

Strano che nessuno dei parlamentari e senatori, Governo e Ministero della Salute non sappia che ad oggi le professioni sanitarie, stante la differenza tra conto annuale 2010 e 2020 hanno perso oltre 3mila euro annui lordi, una riduzione non compensata dalle indennità previste dalle leggi di Bilancio, che, una volta che saranno erogate con il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, varranno appena 1.200 euro lordi l’anno per gli infermieri e 800 euro lordi l’anno per le altre professioni sanitarie a cui si aggiungono gli assistenti sociali e gli operatori sociosanitari”.

“Ormai la sanità pubblica – osserva il leader della FIALS - va verso la privatizzazione, segnali determinanti sono pervenuti dalla legge di bilancio 2022 dove per abbattere le liste di attesa dei ricoveri e prestazioni specialistiche nella sanità pubblica a causa del Covid 19, si ricorre alla sanità privata e per la carenza di medici e per lo più infermieri si ricorre alle cooperative, un sottobosco, un precariato, uno sfruttamento vero e proprio del “mercato del lavoro” e questa volta si parla di professionisti della salute e non di braccianti ai quali va tutta la nostra stima”.

Tra pochi anni in Italia mancheranno all’appello 100mila infermieri per l’attuazione del PNRR, a rendere poco attrattiva la professione per i giovani sono le criticità legate alle condizioni di lavoro, ecco perché, dichiara Carboneservono condizioni lavorative e retribuzioni all’altezza del livello di responsabilità, professionalità e competenza, serve creare sistemi strutturali di attrattività alle scuole di formazione professionale e stipendi notevolmente più elevati per fermare la fuga degli operatori dalla sanità pubblica ma ancor di più dai paesi europei che risentono, come noi, della carenza di personale ma che investono molto di più sui professionisti sanitari”.

 

Lo sciopero di singoli non è una risposta: la proposta della FIALS

La FIALS - conclude Carbone – si impegna quotidianamente a sollecitare Governo, Parlamento e Regioni a dare quelle risposte doverose alle richieste degli operatori della sanità. Non è certo uno sciopero, di bandiera, la risposta più adeguata alle carenze strutturali del nostro sistema sanitario, e gli operatori del comparto lo sanno ben più di alcuni sindacati. A dimostrarlo ci hanno pensato i numeri: la partecipazione si è limitata all’1% dei sanitari, è necessaria unità di azione tra sindacati rappresentativi e Ordini professionali, questa la nostra proposta e che attende risposte concrete.

 




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