Lavoro agile, la Funzione Pubblica rende note le linee guida sul POLA con i relativi indicatori

Dopo il parere favorevole ottenuto nell’ambito della Conferenza Unificata, il 9 dicembre scorso il ministro della Funzione pubblica ha approvato un nuovo decreto ministeriale con il quale si definiscono le nuove Linee guida per la predisposizione del POLA (Piano Organizzativo Lavoro Agile), già presentate ufficialmente il 16 dicembre dell’anno scorso alle amministrazioni pubbliche ed agli organismi indipendenti di valutazione per dare l’avvio al prossimo ciclo della performance 2021-2023.

Le nuove Linee guida non aggiungono novità significative ai documenti e agli indirizzi che erano già stati formulati e sono in linea con la normativa (da ultimo con il decreto della Funzione pubblica del 19 ottobre 2020), le circolari e gli indirizzi che già erano sati resi noti sul tema del lavoro agile.

In sintesi le novità contenute nel decreto e nel documento di indirizzo.

Il decreto ministeriale, all’art. 2, richiama le misure organizzative che sono necessarie per assicurare la corretta applicazione dell’art. 263 del d.l. 19 maggio 2020, n. 34 (conv. con modificazioni nella l. 17 luglio 2020, n. 77, sottolineando che devono essere definiti:

  • requisiti tecnologici, percorsi formativi (sia per il personale che per i dirigenti);

  • strumenti di rilevazione e di monitoraggio sui risultati conseguiti, rispettando le indicazioni fornite nell’atto di indirizzo e con le risorse (strumentali, umane e finanziarie) disponibili.

Le Linee guida richiamano il tema partendo dalle normative comunitarie e nazionali sulla conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro, base di riferimento e strumento per migliorare la produttività anche nell’ambito pubblico, dal momento che si cerca di combinare in maniera ottimale la maggiore autonomia concessa al lavoratore con i vantaggi che oggi vengono offerti dai moderni strumenti tecnologici.

Si precisa poi che il Piano Organizzativo del Lavoro Agile dovrà essere adottato a breve – entro il 31 gennaio - per la maggior parte delle amministrazioni pubbliche e andrà aggiornato annualmente insieme al Piano della performance.

Si definiscono, anche, i contenuti minimi del POLA, utile riferimento per impostare il documento:

“I) Livello di attuazione e di sviluppo del lavoro agile (da dove si parte?);

II) Modalità attuative (come attuare il lavoro agile?)

III) Soggetti, processi e strumenti del lavoro agile (chi fa, che cosa, quando e come per attuare e sviluppare il lavoro agile?)

IV) Programma di sviluppo del lavoro agile (come sviluppare il lavoro agile?)

Tutti i punti richiamati sono importanti, ma ovviamente il IV è fondamentale perché definisce come ci si intende muovere per far sì che il lavoro agile non sia più una misura estemporanea ma entri a pieno titolo nella P.A. come modalità lavorativa ordinaria.

Si richiamano i diversi soggetti coinvolti (con un ruolo di primo piano dei dirigenti, supportati anche dai CUG (Comitati Unici di Garanzia), e dagli OIV (Organismi Indipendenti di Valutazione) e giustamente si dedica spazio a quelle che vengono definite le condizioni abilitanti per il lavoro agile, rappresentate da:

  1. salute organizzativa;

  2. salute professionale;

  3. salute digitale;

  4. salute economico-finanziaria.

Nel documento si sottolinea sempre la inscindibilità del POLA con il Piano della performance ed infine vengono presentati anche degli indicatori che si rivelano utili sia per misurare e valutare la performance organizzativa e quella individuale. Possono interessare sia il lavoro in presenza che quello in remoto.


Allegato: DM Pola - 09-12-2020


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